Zona periferica

secondo la classificazione anatomico/morfologica a zone, costituisce la maggior parte dell’intero volume prostatico (circa 65%). Forma la porzione posterolaterale periferica della ghiandola, estendendosi dall’apice alla base. L’aspetto istologico è caratterizzato da spazi acinari piccoli circondati da uno stroma di muscolatura liscia, importante per lo svuotamento dei secreti prostatici in uretra durante l’eiaculazione. In questa zona hanno origine più del 70% dei tumori della prostata.

Zona pellucida

strato glicoproteico specie-specifico che circonda la membrana plasmatica ovocitaria nei mammiferi. Tale struttura lega gli spermatozoi attraverso la glicoproteina ZP3 e innesca la reazione acrosomiale. Rappresenta una barriera alla fecondazione inter-specie e alla polispermia (zona reaction).

Zona di transizione

secondo la classificazione anatomo/morfologica a zone, costituisce il 5-10% dell’intero volume prostatico ed è composta da due lobuli simmetrici posti bilateralmente all’uretra prostatica. I dotti presenti in questa zona raggiungono bilateralmente l’uretra alla base del veromontanum. Dal punto di vista istologico, contiene acini simili a quelli della zona periferica, circondati da stroma compatto. È la zona in cui originano i noduli di tessuto ipertrofico (vedi BPH), che espandendosi comprimono la zona periferica adiacente e il lume uretrale.

Zona centrale

secondo la classificazione anatomo/morfologica a zone (descritta da McNeal), è la regione centrale a forma di cono che circonda i dotti eiaculatori e forma la maggior parte della base della prostata, di cui occupa circa il 25% dell’intero volume. I dotti prostatici presenti nella zona centrale raggiungono l’uretra a livello del veromontanum e la loro inclinazione li rende parzialmente immuni al reflusso urinario intraprostatico. Dal punto di vista istologico, contiene acini abbastanza grandi e dai contorni irregolari, circondati da uno stroma compatto simile a quello presente nella zona periferica.

Zigote

cellula diploide (corredo cromosomico 2n) che deriva dalla fusione del gamete femminile con quello maschile (entrambi con corredo cromosomico aploide, n) durante la riproduzione sessuale. Costituisce l’inizio dello sviluppo embrionale poiché le duplicazioni successive di questa cellula totipotente danno origine (lungo la discesa nelle tube di Falloppio) ai blastomeri e poi alla blastocisti che si impianterà nell’utero.

ZIFT (Zigote Intrafallopian Transfer)

tecnica di riproduzione assistite che prevede il trasferimento nella tuba uterina di zigoti ottenuti in vitro.

Young (sindrome)

sindrome caratterizzata dall’associazione tra azoospermia ostruttiva e infezioni senobronchiali ricorrenti. Si tratta di una condizione trasmessa con modalità autosomica recessiva, ma l’eziologia resta sconosciuta. Sebbene il quadro clinico sia simile a quello della fibrosi cistica, la sindrome Young non si associa alle mutazioni del gene CFTR. Le diagnosi differenziale si pone principalmente con la fibrosi cistica e con l’agenesia bilaterale dei vasi deferenti (CBAVD).

Yohimbina

sostanza di origine vegetale, agonista alfa 2 selettivo, che se somministrato per via orale, esercita un’azione periferica di blocco edi attività selettiva centrale e periferica noradrenergico-agonista. Nonostante questa attività possa definire un’azione pro- erettile, non vi sono studi che riportino vantaggi significativi rispetto al placebo, nella terapia della disfunzione erettile.

X fragile

la sindrome del cromosoma X fragile (FraX) è la forma più comune di ritardo mentale (circa 1:4000 maschi) dopo la sindrome di Down e la più frequente fra quelle ereditarie. La malattia è causata dall’alterazione di un gene chiamato FMR1 (Fragile Mental Retardation 1), situato nel cromosoma X. Nella sindrome dell’X-fragile il gene FMR1 presenta un’espansione di triplette CGG maggiore di 200 (normale è inferiore a 56). Nella premutazione (espansione 56-200 triplette) ci può essere menopausa precoce.